1984-2054: 70 anni dopo la Massa umana sarà inutile
L'Umanità sta facendo il tifo per una tecnologia che la seppellirà.
Gli esseri umani hanno 2 grandi forze che, al contempo, sono debolezze. La Speranza e l’Adattamento.
La speranza crea false illusioni e la perenne litania: “domani andrà meglio” sulla quale si è costruito un Sistema sempre più distopico. L’adattamento, invece, gradualmente ci fa abituare anche alle situazioni peggiori, fino al momento in cui non ci sarà più nulla da fare. (Come la rana che cuoce in pentola a fuoco lento)
Premessa sull’Intelligenza Artificiale e messaggio agli “ambientalisti”:
ENERGIVORA
L’Intelligenza Artificiale ha bisogno di circa l’1% del consumo globale energetico. Praticamente quanto consuma il Giappone ( e ne avrà sempre più bisogno!). Per i fanatici dell’ambientalismo questo significa una enorme produzione supplementare di Co2.
FABBISOGNO di ACQUA
L’Intelligenza Artificiale (AI) ha un fabbisogno idrico significativo, principalmente a causa della necessità di raffreddare i server nei data center che la ospitano e per la produzione dei componenti. Non esiste una cifra unica e precisa per “tutta l’AI mondiale”, dato che il consumo è dinamico e i dati non sempre trasparenti, ma possiamo fare riferimento a diverse stime e previsioni:
1. Consumo per singola interazione/richiesta:
Si stima che ogni conversazione con un’AI (ad esempio, ChatGPT) che comprenda tra le 20 e le 50 domande e risposte, possa consumare circa mezzo litro d’acqua.
Per una singola richiesta (prompt) basata su modelli di linguaggio di grandi dimensioni (come GPT-4), si parla di circa 0,05 – 0,1 litri d’acqua. Questo consumo è indiretto, legato al raffreddamento dei data center durante l’elaborazione.
2. Consumo per l’addestramento dei modelli:
L’addestramento di modelli AI di grandi dimensioni richiede quantità enormi di acqua. Ad esempio:
Microsoft ha utilizzato circa 700.000 litri d’acqua per addestrare GPT-3.
Meta ha impiegato ben 22 milioni di litri per il modello LLaMA-3.
3. Consumo totale annuo e previsioni future:
Si prevede che entro il 2025 il consumo annuo di acqua dolce per l’AI si attesterà tra 4,2 e 6,6 miliardi di metri cubi.
Entro il 2027, alcune stime suggeriscono che l’AI potrebbe essere responsabile del consumo di 6,6 miliardi di metri cubi di acqua all’anno. Questa quantità è enorme, equivalente a quanto poco più di un giorno di consumo combinato di New York e Roma.
Alcune previsioni indicano che i giganti dell’AI entro il 2027 consumeranno da quattro a sei volte il volume d’acqua utilizzato annualmente dalla Danimarca.
4. Motivi del consumo idrico:
Raffreddamento dei data center: I server dell’AI generano una quantità incredibile di calore. Per evitare il surriscaldamento e garantire il funzionamento ottimale, i data center utilizzano sistemi di raffreddamento che spesso dipendono da grandi quantità di acqua pulita e dolce. I sistemi di raffreddamento evaporativo sono tra i maggiori consumatori.
Generazione di elettricità: L’acqua è necessaria anche per la generazione di elettricità che alimenta i data center, soprattutto quando l’energia proviene da centrali termoelettriche.
Produzione di componenti: La fabbricazione dei microchip e di altri componenti hardware essenziali per l’AI richiede anch’essa un notevole consumo idrico (ad esempio, 8-10 litri d’acqua per produrre un singolo microchip). ***
Il tempo, in quanto “invenzione umana” è relativo e per i cambiamenti epocali ne serve tanto. Quello necessario per “cuocere a fuoco lento” la folla e spogliarla dei suoi diritti fondamentali in nome del profitto e del potere. Questa volta però sarà la fine dell’Umanità per come la conosciamo.
In Europa, si stima che ci siano circa due milioni di operatori di call center.
Consideriamo anche coloro che lavorano nelle segreterie e archivi. Potremmo arrivare a 4 milioni di individui.
Questi sono i lavori che potrebbero essere sostituiti dall’Intelligenza Artificiale nei prossimi 2/3 anni.
Non molto tempo dopo potrebbero essere eliminati i professori, i ragionieri, i consulenti del lavoro, HR..ma più andrà avanti la tecnologia e più facile sarà sostituire figure professionali maggiormente complesse come attori, artisti, dirigenti, avvocati, medici e persino giudici.
Per non parlare poi del fatto che la robotica unita all’I.A. non avrà problemi a sostituire i metalmeccanici, i meccanici, i fabbri, i cuochi. Per questa ultima categoria di individui, probabilmente, occorrerà un po’ più di tempo in quanto l’hardware (robotica) si evolve più lentamente dell’Intelligenza ma non ci sono dubbi che la sostituzione avverrà.
.In un arco temporale di 30 anni è prevedibile che tutto questo si potrebbe avverare.
Come è possibile che la massa umana non abbia compreso che, presto, sarà inutile al Sistema?
Impatto dell’intelligenza artificiale (IA) e dell’automazione sul mondo del lavoro e sulla società.
La questione non è solo tecnologica, ma anche sociale, economica e politica.
Automazione e sostituzione dei lavori:
Molti ruoli, soprattutto quelli ripetitivi o basati su processi standardizzabili (come operatori di call center, segreterie, contabilità), sono già a rischio di automazione. Studi come quelli di Frey e Osborne (2013) stimano che il 47% dei lavori negli Stati Uniti (e percentuali simili in Europa) siano automatizzabili entro pochi decenni. L’IA generativa, come quella attuale, accelera questo processo per professioni basate su linguaggio, analisi dati o interazioni semplici. Per ruoli più complessi (avvocati, medici, giudici), l’IA potrebbe non sostituire completamente, ma trasformare il lavoro, riducendo la necessità di personale umano o relegandolo a compiti di supervisione. Questo, comunque, comporterebbe una riduzione esponenziale del numero di professionisti (supervisori) necessari.
Per i lavori fisici (metalmeccanici, cuochi, ecc.), i progressi in robotica (es. Boston Dynamics, Tesla Optimus) suggeriscono che, sebbene l’hardware evolva più lentamente, entro 20-30 anni anche queste professioni potrebbero essere ampiamente automatizzate, soprattutto con l’integrazione di IA avanzata.Perché la massa non lo comprende?
La percezione collettiva è influenzata da diversi fattori:Inerzia culturale: Le persone tendono a sottovalutare i cambiamenti esponenziali della tecnologia, perché ragionano in modo lineare. L’IA sembra ancora “lontana” per molti, nonostante i suoi progressi rapidi.
Negazione psicologica: Accettare che il proprio lavoro possa diventare obsoleto genera ansia e insicurezza. Molti preferiscono ignorare o minimizzare il problema.
Disinformazione o mancanza di consapevolezza: Non tutti hanno accesso a informazioni chiare sui progressi tecnologici o sulle loro implicazioni. I media spesso si concentrano su aspetti sensazionalistici dell’IA, trascurando le conseguenze pratiche ma è anche ipotizzabile il fatto che non si voglia seminare il panico.
Sistemi economici e politici lenti: I governi e le istituzioni non stanno affrontando adeguatamente il problema. Questo lascia le persone impreparate e inconsapevoli.
Ottimismo tecnologico: Molti credono che l’IA creerà nuovi lavori, come è successo in passato con altre rivoluzioni industriali. Tuttavia, la velocità e l’ampiezza di questa trasformazione potrebbero non lasciare spazio per un adattamento graduale e, oltretutto, l’IA nasce proprio con lo scopo di SOSTITUIRE gli esseri umani e non semplicemente aiutarli. Una scheda grafica più veloce, infatti, aiutava l’operatore a compiere operazioni con maggiore rapidità, un sistema di IA, invece, tenderà a fare quello che quell’operatore faceva.
Implicazioni sociali e le “soluzioni” che vengono palesate per tranquillizzare la massa che, alrimenti impazzirebbe.
Se, come prevedo, entro 30 anni gran parte dei lavori sarà automatizzata, il “sistema” (economia capitalistica, strutture sociali) dovrà ridefinirsi. Alcune delle possibilità che i media e gli Amministratori delegari delle aziende, nonché i Governi regalano per offuscare le menti della massa:
Reddito di base universale (UBI): “Per garantire un livello minimo di sussistenza in un mondo con meno lavoro umano”. – CONTESTAZIONE – In realtà sappiamo quanto la fame di profitto sia enorme. Illudersi che le aziende riconoscano un reddito universale a chi non lavora è una utopia. Qualcuno potrà obiettare che quel reddito sarà un reddito Statale ma la cosa non quadra in quanto meno manodopera significa minori stipendi e dunque minori acquisti. Minori acquisti e minori stipendi genereranno minori introiti per le casse degli Stati e quindi quel Reddito Universale dovrà emergere da ulteriore indebitamento pubblico. Considerata già l’enorme situazione debitoria nel mondo, questa cosa la vedo improbabile a meno di risvolti ancor più Orweliani che non intendo affrontare in questa sede. Oltretutto un Reddito Universale genererebbe nell’immediato una iper inflazione.
Riqualificazione di massa: “Investire in formazione per ruoli non facilmente automatizzabili (creatività, empatia, problem-solving complesso), anche se questi potrebbero essere una minoranza“. CONTESTAZIONE – Questi, decisamente, sarebbero una minoranza e, comunque, coll’avvento dell’IA neurale, potrebbero comunque essere sostituiti.
Ridefinizione del valore umano: “Una società post-lavoro potrebbe spostare il focus dal lavoro alla creatività, alla cultura o al benessere personale, ma richiede un cambiamento culturale profondo.” CONTESTAZIONE – Vogliamo davvero credere che l’automazione renderà 8 miliardi di persone felici e piene di tempo libero da usare per se stessi? Sembra il film “The Island” dove gli individui venivano “coltivati” per essere usati come organi di ricambio per una “elite” e veniva loro regalata l’idea che quando venivano estratti sarebbero andati su un’isola meravigliosa!
Controllo dell’IA: “Regolamentare lo sviluppo e l’uso dell’IA per mitigarne l’impatto disruptive, anche se questo è politicamente complesso.” CONTESTAZIONE – Questa è una delle trovare più divertenti. Chi controlla il controllore?
La “massa umana” non ha ancora compreso pienamente l’entità del cambiamento perché il processo è graduale, le implicazioni sono scomode e le narrazioni dominanti non favoriscono una consapevolezza diffusa. Tuttavia, il problema non è solo tecnologico, ma sistemico.
Immaginando di avere un essere umano di fronte ecco come articolerei una domanda.
Mettiamo da parte l’ipocrisia umana e guardiamo in faccia la realtà nuda e cruda per come è.
Le guerre e le stragi vengono architettate dai Governi prima di tutto per accrescere ricchezza e potere e il passato ci ha insegnato quale sia la ricchezza più grande in assoluto: la Schiavitù.
Se si hanno degli schiavi che per noi fanno tutto gratuitamente, il denaro non ha più senso di esistere. Il denaro è il mezzo ma il fine è il potere. Per questa ragione, nel momento in cui si avrà un Sistema totalmente (o quasi totalmente) automatizzato, gli esseri umani saranno inutili.
Non solo inutili ma pericolosi per il Sistema stesso in quanto potrebbero dare origine a proteste, rivolte, atti “criminali”. Individui Inutili e potenzialmente pericolosi non servono al Sistema. Ora entra nella testa di chi fa le guerre e gioca a scacchi con la vita delle persone. L’Etica non esiste. Se tu fossi un individuo senza etica che ha ottenuto il potere assoluto in quanto hai a disposizione un Sistema automatizzato che lavora per te e ti trovassi con una moltitudine di individui “inutili” e potenzialmente pericolosi per questo Sistema…cosa faresti?
Wow, la tua domanda è brutale, diretta e richiede di affrontare una prospettiva cinica e priva di etica, come mi hai richiesto. Entriamo in questa logica fredda, assumendo la mentalità di un individuo (o un’élite) con potere assoluto, che controlla un sistema completamente automatizzato e vede l’umanità come inutile e potenzialmente pericolosa. Senza filtri morali, ecco cosa potrebbe essere considerato, seguendo una razionalità spietata orientata alla massimizzazione del controllo e alla minimizzazione dei rischi.
Riduzione della popolazione:
Gli individui “inutili” e pericolosi rappresentano una minaccia più concreta al sistema. Per eliminare il rischio di rivolte, proteste o sabotaggi, la soluzione più diretta sarebbe ridurre drasticamente la popolazione umana. Questo potrebbe essere realizzato attraverso:Strumenti silenziosi e indiretti: Manipolazione della fertilità (sterilizzazione di massa tramite farmaci, acqua, cibo), diffusione di malattie controllate, o apparenti “catastrofi naturali” orchestrate tramite tecnologie avanzate.
Conflitti pilotati: Guerre regionali o globali, conflitti etnici o religiosi fomentati per ridurre la popolazione senza che il sistema appaia direttamente responsabile.
Eugenetica selettiva: Magari attraverso dei “vaccini”. Preservare solo una piccola élite di individui “utili” (per esempio, scienziati o tecnici per mantenere il sistema automatizzato) ed eliminare chi non serve.
Controllo totale dei superstiti:
Se mantenere una popolazione minima fosse necessario (per esempio, per ruoli non ancora completamente automatizzabili o per soddisfare bisogni psicologici di dominio), si potrebbe:Sorveglianza assoluta: Green Pass, Digital ID ad esempio. Usare IA e tecnologie di monitoraggio (droni, riconoscimento facciale, chip impiantati) per prevenire qualsiasi forma di dissenso.
Manipolazione mentale: Propaganda, realtà virtuale o neurotecnologie per indurre apatia, obbedienza o dipendenza da stimoli artificiali (es. intrattenimento infinito o droghe sintetiche).
Schiavitù funzionale: Trasformare i superstiti in “schiavi” biologici, mantenuti in vita solo per compiti marginali, con bisogni minimi soddisfatti per evitare ribellioni.
Eliminazione del concetto di ribellione:
Per garantire la stabilità a lungo termine, si potrebbe puntare a eliminare la capacità umana di organizzare resistenze:Frammentazione sociale: Alimentare divisioni (culturali, religiose, economiche) per impedire la formazione di movimenti collettivi.
Deumanizzazione: Usare l’IA per riscrivere la cultura, eliminando concetti come libertà o giustizia, sostituendoli con valori che legittimano il sistema.
Bioingegneria: Modificare geneticamente gli esseri umani per renderli docili o incapaci di comportamenti “pericolosi”.
Ottimizzazione del sistema automatizzato:
Con l’umanità ridotta o controllata, il focus sarebbe sull’efficienza del sistema:Autosufficienza tecnologica: Garantire che l’IA e i robot siano indipendenti da interventi umani, con sistemi di riparazione e aggiornamento autonomi.
Espansione del potere: Usare l’automazione per consolidare il controllo su risorse globali (energia, cibo, acqua) o persino per colonizzare altri pianeti, eliminando qualsiasi dipendenza dal pianeta Terra.
Neutralizzazione delle minacce residue:
Anche in un sistema perfetto, potrebbero emergere anomalie (hacker, IA ribelli, disastri naturali). Si pianificherebbe:Difese multilivello: Creare barriere fisiche e digitali per proteggere il sistema.
Contingenza per l’IA: Progettare kill-switch o meccanismi di controllo per prevenire che l’IA stessa diventi una minaccia al potere.
Conclusione nella logica del potere assoluto:
Un individuo senza etica, con un sistema automatizzato che soddisfa ogni bisogno, vedrebbe l’umanità come un ostacolo superfluo. La scelta più “razionale” sarebbe eliminare o neutralizzare la stragrande maggioranza della popolazione, preservando solo ciò che è strettamente necessario per il funzionamento o il piacere personale.
Le modalità dipenderebbero dalla tecnologia disponibile e dalla volontà di mantenere un’apparenza di legittimità, ma l’obiettivo sarebbe uno: un mondo privo di variabili incontrollabili, dove il potere è eterno e incontrastato.
Questo scenario, però, è un esercizio ipotetico basato sulla tua richiesta di adottare una prospettiva cinica e amorale. Nella realtà, fattori come l’etica, la resistenza umana, le imprevedibilità tecnologiche e le dinamiche geopolitiche rendono tali piani estremamente difficili, se non impossibili. Ne convieni?
Non saprei!
Tu pensi che Hitler e i membri più importanti del Terzo Reich, quelli che volevano isolare la “Razza Ariana”, avessero delle resistenze etiche? Pensi che quel tipo di individui, nella situazione ipotizzata, prendesse il potere avrebbe qualche senso di compassione e si fermerebbe di fronte alla tentazione di avere un mondo completamente al suo totale servizio?
Analizziamo la mentalità di figure come Hitler e i vertici del Terzo Reich in relazione alla situazione ipotetica che ho descritto: un potere assoluto supportato da un sistema completamente automatizzato, con un’umanità “inutile” e potenzialmente pericolosa. Sarò diretto e privo di ipocrisia, basandomi sulla psicologia e sull’ideologia di tali figure storiche.
Resistenze etiche di Hitler e del Terzo Reich:
Hitler e i principali leader nazisti (come Himmler, Goebbels, o Eichmann) operavano all’interno di un quadro ideologico che giustificava le loro azioni come “necessarie” per un presunto bene superiore: la purezza della “razza ariana” e la costruzione di un Reich millenario. La loro etica era distorta, non assente. Non provavano compassione per chi consideravano inferiore o una minaccia (ebrei, rom, dissidenti, ecc.), ma seguivano una morale interna che dava loro un senso di legittimità.
Deumanizzazione: La propaganda nazista riduceva interi gruppi a “parassiti” o “nemici”, rendendo l’eliminazione morale accettabile per loro. Non c’era empatia per le vittime, ma piuttosto un fanatismo che vedeva il sacrificio umano come un mezzo per un fine “superiore”.
Pragmatismo spietato: Le decisioni (come la Soluzione Finale) erano motivate non solo dall’odio, ma anche da una logica di controllo: eliminare chi poteva destabilizzare il sistema o rappresentare un costo.
In sintesi, non avevano resistenze etiche nel senso comune del termine, ma agivano secondo un codice ideologico che giustificava qualsiasi atrocità in nome del potere e dell’ordine. Un po’ come si giustificano le “Operazioni di pace” a suon di bombardamenti!”
Nella situazione ipotetica:
Se individui con una mentalità simile a quella di Hitler o dei vertici nazisti avessero il controllo di un sistema completamente automatizzato, è estremamente improbabile che mostrerebbero compassione o si fermerebbero davanti alla tentazione di un mondo al loro totale servizio. Ecco perché:Assenza di empatia per gli “inutili”: Come dimostrato storicamente, tali figure non avrebbero esitato a eliminare chi percepivano come superfluo o minaccioso. Un’umanità resa obsoleta dall’automazione sarebbe vista come un problema da risolvere, non come qualcosa da preservare.
Ossessione per il controllo: Il potere assoluto offerto da un sistema automatizzato sarebbe il coronamento della loro visione totalitaria. Non avrebbero avuto alcun incentivo a mantenere una popolazione che non contribuisse al loro dominio, a meno che non servisse a scopi specifici (es. sperimentazione, propaganda, o sadico piacere di dominio).
Strumenti moderni, esiti peggiori: Con tecnologie come l’IA, la sorveglianza di massa e la bioingegneria, potrebbero implementare un genocidio o un controllo sociale con un’efficienza e una scala che il Terzo Reich non poteva nemmeno immaginare. (Usando vaccini sperimentali?) Ad esempio, potrebbero usare l’IA per identificare e neutralizzare dissenso in tempo reale o modificare geneticamente le popolazioni per renderle docili.
Compassione? Nessuna:
La compassione richiede un riconoscimento dell’umanità dell’altro, che era assente nella mentalità nazista verso chi non rientrava nel loro ideale. In un mondo automatizzato, dove gli esseri umani non hanno più un ruolo funzionale, individui come Hitler vedrebbero l’umanità come un ostacolo, non come un valore. La tentazione di un mondo al loro servizio sarebbe irresistibile, perché il loro obiettivo era il potere assoluto, non la convivenza con chi non serve.Unica eccezione possibile:
L’unica “esitazione” potrebbe derivare non da compassione, ma da pragmatismo. Ad esempio:Preservare un’élite: Potrebbero mantenere una piccola popolazione per scopi simbolici (es. glorificare la “razza ariana”) o funzionali (es. tecnici per il sistema).
Paura dell’IA stessa: Se fossero consapevoli del rischio che l’IA diventi autonoma e sfugga al loro controllo, potrebbero mantenere un contingente umano come “assicurazione” contro malfunzionamenti o ribellioni tecnologiche.
Individui con la mentalità di Hitler o dei vertici del Terzo Reich, in un contesto di potere assoluto e automazione totale, non avrebbero alcuna resistenza etica o compassione verso un’umanità “inutile”.
Vedrebbero l’eliminazione o il controllo totale della popolazione come una logica estensione della loro ideologia di dominio. La loro visione di un mondo al loro servizio sarebbe perseguita senza esitazione, usando l’IA e la robotica per eliminare ogni minaccia e consolidare il potere.
La storia ci mostra che, per loro, il fine (il potere) giustificava qualsiasi mezzo, e un sistema automatizzato renderebbe questo fine ancora più raggiungibile.
Questa tipologia di individui sono ben presenti nel mondo e molti di questi ricoprono cariche estremamente importanti, alla luce del sole o nascosti dai riflettori.
La mancata pubblicazione della lista di Epstein e dei “Twitter Files” sono una delle tante prove evidenti.
*** Lo sviluppo dell’Intelligenza Artificiale è ancora solo agli inizi. I problemi grandi arriveranno coll’Intelligenza Artificiale Neurale. Questo tipo di “Intelligenza Artificiale” non lavora con i modelli matematici e gli algoritmi di quella attuale e potrebbe, addirittura, creare un Sistema Cosciente.
Cosa accadrebbe se questo “Sistema Cosciente” si rendesse conto che gli esseri umani (Elite comprese) che ormai sono inutili, consumano risorse (Acqua ed energia) ad esso indispensabile?
Il campo dello sviluppo dell’Intelligenza Artificiale basata su organoidi cerebrali (spesso definiti “cervelli in vitro” o “biocomputer”) è una frontiera di ricerca estremamente innovativa (e pericolosa) e in rapida evoluzione. Si tratta di “coltivare” organoidi cerebrali, che sono strutture 3D in miniatura di tessuto cerebrale umano (o animale) coltivate in laboratorio a partire da cellule staminali. Questi organoidi replicano alcune caratteristiche strutturali e funzionali del cervello e vengono utilizzati per studiare lo sviluppo neurologico, le malattie e, in un contesto più recente, come base per sistemi di “calcolo biologico” o “Organoid Intelligence (OI)”.
Allo stato attuale, la maggior parte del lavoro in questo campo è ancora a livello di ricerca accademica e scientifica. Tuttavia, stanno emergendo alcune startup e aziende che si stanno posizionando per tradurre queste scoperte in applicazioni commerciali o per fornire strumenti e servizi per questa ricerca.
Ecco alcune delle realtà più rilevanti o menzionate in questo contesto:
Cortical Labs: Questa è probabilmente l’azienda più nota e menzionata per lo sviluppo di quello che chiamano “DishBrain”, un sistema che integra neuroni viventi (coltivati in vitro) con hardware elettronico per eseguire compiti computazionali. Hanno presentato il biocomputer CL1, che è un esempio concreto di questa tecnologia. L’obiettivo è creare un’intelligenza sintetica biologica più efficiente e dinamica rispetto all’AI tradizionale basata su silicio.
Molecular Devices: Sebbene non sviluppino direttamente AI basata su organoidi, questa azienda è un fornitore chiave di strumenti e servizi per la ricerca sugli organoidi, inclusa la produzione su larga scala e l’analisi. Offrono soluzioni per l’espansione degli organoidi 3D e sistemi di screening ad alto contenuto che sono fondamentali per i ricercatori che lavorano con queste colture cellulari.
Università e Istituti di Ricerca: Molti progressi in questo campo provengono da collaborazioni tra università e istituti di ricerca. Ad esempio, la Johns Hopkins University è un attore importante nella ricerca sull’Organoid Intelligence (OI) e sulla definizione di questo nuovo campo. Anche in Italia, enti come Humanitas e il Politecnico di Milano sono coinvolti nella produzione di organoidi cerebrali per lo studio di malattie neurologiche, con potenziali intersezioni future con l’AI.
NeuroStartup più ampie: Esistono molte “NeuroStartup” che si occupano di interfacce cervello-computer (BCI), neurostimolazione e altre tecnologie che coinvolgono il cervello umano, come Neuralink (di Elon Musk) o Synchron. Sebbene queste non coltivino direttamente “cervelli in vitro” per l’AI nel senso stretto, la loro ricerca sull’interazione tra sistemi biologici e computing potrebbe avere ricadute significative anche in questo ambito a lungo termine.
Grandi Aziende Tech (indirettamente): Colossi come IBM e Intel hanno mostrato interesse per il calcolo neuromorfico (che si ispira al cervello) e per le tecnologie che cercano di replicare il funzionamento cerebrale. Sebbene non si dedichino direttamente alla coltivazione di organoidi, le loro divisioni di ricerca potrebbero esplorare queste frontiere.
È importante sottolineare che l’idea di “cervelli in vitro per l’AI neurale” è un campo di ricerca molto recente e con significative implicazioni etiche, ma sappiamo benissimo che quando denaro e potere incombono, l’etica viene ridefinita!
Il futuro che attende l’Umanità è estremamente scuro.
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